sabato 6 giugno 2009

Una giornata particolare a Pechino


Un breve diario in presa diretta del quattro giugno che ho scritto per l'Unità...


Per settimane la stampa straniera non ha fatto altro che ricordare l’imminente ricorrenza del ventesimo anniversario del massacro di Tiananmen, sicché ora che il quattro giugno è arrivato davvero sembra che sia rimasto ben poco da dire. Eppure, scavando nella quotidianità della vita di Pechino, forse ci sono ancora alcune piccole storie che vale la pena raccontare.

Quel pomeriggio, passeggiando per le strade del centro sembrava quasi di rivivere quell’atmosfera olimpica che l’anno scorso ha avvolto la città per mesi interi. Esattamente come allora, capannelli di volontari sostavano ai lati delle strade ad intervalli regolari, per la maggior parte candidi vecchietti orgogliosi di sfoggiare al braccio una fascia rossa con la scritta “controllori dell’ordine pubblico”. La solita leva che il Partito mobilita nelle grandi occasioni, quando ha bisogno di occhi vigili ad ogni angolo di strada.

Nel caso in cui si fosse riusciti a superare questo formidabile schieramento di ottuagenari e ad arrivare sulla piazza, ci si sarebbe trovati di fronte alla nuova temibile arma messa a punto dalla polizia cinese: l’ombrello. Le telecamere di più di una rete televisiva straniera hanno registrato le immagini di poliziotti in borghese che, armati d’ombrello in una giornata piena di sole, camminavano con disinvoltura di fronte all’obbiettivo, cercando di bloccare ogni ripresa della piazza.

Anche le università hanno fatto i loro preparativi. Nei giorni scorsi i principali atenei di Pechino hanno tenuto incontri per istruire i docenti e il personale su come affrontare questa pericolosa ricorrenza. E’ stato allora che le autorità hanno lanciato il loro tassativo avvertimento: “Il quattro giugno è vietato vestirsi di bianco”. Inutile ricordare come il bianco sia il colore del lutto in Cina.

Infine veniamo ad internet e alla censura. Negli ultimi giorni diversi siti web stranieri sono stati “armonizzati” in Cina (tra gli altri Twitter, Flickr e Hotmail, che si sono aggiunti a YouTube, Blogger e Wordpress), mentre molti portali cinesi hanno scelto la più prudente via dell’autocensura, appendendo per qualche giorno la targa “chiuso per manutenzione”. Stranamente, i siti dei grandi giornali internazionali, con le loro interviste ai vari dissidenti e i filmati e le foto d’epoca sono rimasti pienamente accessibili. Ciliegina sulla torta, nel pomeriggio del quattro giugno Hotmail ha ripreso a funzionare normalmente, con grande sollievo di molti, tra cui il sottoscritto.

Nei giorni scorsi qualche giornalista è stato fermato e portato alla polizia, le voci dissidenti sono state prontamente allontanate dal centro delle grandi città, le madri di Tiananmen hanno lanciato i propri appelli. Purtroppo è quello che succede ogni anno, niente di nuovo. Se solo quest’anniversario non fosse stato il ventesimo…

1 commento:

  1. ciao Ivan
    ho trovato intelligenti un paio di tuoi articoli, e sulla cina non e' facile trovare qualcosa di sensato, un sito che potrebbe esserti utile:
    www.polonews.info
    ciao

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