mercoledì 29 luglio 2009

Cartolina dal villaggio maoista


Oggi, mentre navigavo in internet alla ricerca di alcuni vecchi articoli che ho pubblicato in Cina, mi è capitato di imbattermi in un breve pezzo sulla mia visita al villaggio maoista di Nanjiecun. Come poi ho avuto modo di verificare, l’autore è un giovane giornalista del giornale locale. Fang Yiren (il mio alter ego cinese) viene presentato con pompa degna di un capo di Stato, mentre le sue esternazioni sulle scelte economiche del governo locale vengono riportate con una magniloquenza che non sfigurerebbe su un’edizione del Quotidiano del Popolo di qualche decennio fa. In realtà ricordo con chiarezza l’imbarazzo di quell’intervista in cui mi si chiedeva di commentare i successi economici e sociali del modello di sviluppo collettivo del villaggio. Scoprire che nel mio piccolo ho contribuito alla propaganda di quella minuscola parte di Cina che rifiuta (ma sarà poi un vero rifiuto?) di adeguarsi alla modernità è per me allo stesso tempo fonte di orgoglio e sconcerto, ma credo che alla fine prevarrà semplicemente l’ironia.


La più grande agenzia fotografica italiana visita Nanjiecun

Il 16 e il 17 marzo Fang Yiren, giornalista di Contrasto, la più grande agenzia fotografica italiana, è venuto a Nanjiecun con un’altra persona [il fotografo Tommaso Bonaventura] per condurre alcune interviste e scattare delle foto, al fine di comprendere a fondo la situazione dello sviluppo della strada verso l’arricchimento comune e collettivo del villaggio.

Dopo essere arrivato a Nanjiecun, Fang Yiren si è immerso nelle aree industriali, negli alloggi degli abitanti del villaggio, nell’area panoramica, etc.; ha intervistato quadri dirigenti, lavoratori e alcuni abitanti. È venuto così a conoscenza della situazione delle attività del sindacato e di altri dipartimenti funzionali ed ha scattato una serie di foto fresche e piene di vita [per inciso, in quei giorni non ho mai preso in mano la macchina fotografica e non ho scattato una sola foto]. La mattina del 17 marzo, Fang Yiren ha intervistato il capo-villaggio nel suo ufficio. Il capo-villaggio ha descritto in dettaglio la sua esperienza di crescita individuale e la storia dello sviluppo di Nanjiecun a partire dal momento della fondazione della prima fabbrica di farina; ha spiegato perché Nanjiecun deve servirsi del pensiero di Mao Zedong per educare le persone e ha espresso gli obbiettivi della lotta per costruire una piccola comunità comunista; ha risposto a domande sull’impatto delle politiche di riforma e di apertura e dell’attuale crisi economica sul villaggio, così come ad altri interrogativi sui piani per il prossimo periodo. Dopo la fine dell’intervista a Fang Yiren e al capo villaggio è stata scattata una foto come ricordo.

Dopo la sua visita al villaggio, Fang Yiren ritiene che Nanjiecun sia un luogo molto armonioso [nessuno coglie l’ironia di questa mia affermazione?], in cui le persone non hanno motivo di preoccuparsi per la possibilità di perdere il lavoro, in cui nessuno deve temere per l’ordine pubblico e in cui tutti possono vivere felicemente, in pace e tranquillità. Egli ritiene che il suo articolo su Nanjiecun susciterà l’interesse degli italiani nei confronti di questo villaggio e allo stesso tempo farà sì che essi abbiano una conoscenza più profonda del pensiero di Mao Zedong e del comunismo [sic!]. Spera che in futuro avrà ancora occasione di venire in visita a Nanjiecun.

(Questo è il link all’originale. La foto nell’angolo in alto a sinistra è quella di Wang Hongbin, il capo villaggio.)

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