domenica 19 luglio 2009

Repressione silenziosa a Pechino

Mentre gli occhi del mondo intero rimangono puntati sugli scontri etnici nello Xinjiang, le autorità cinesi stanno approfittando dell’occasione per lanciare in sordina l’ennesimo attacco contro le organizzazioni non governative cinesi. Questa volta la prima vittima designata è la Gongmeng (un acronimo che in cinese sta per “lega civica per l’interesse pubblico”), un’associazione di avvocati volontari fondata nel 2003 a Pechino e divenuta celebre negli ultimi anni per essersi occupata di diversi casi particolarmente sensibili, dagli arresti arbitrari dei cittadini arrivati nella capitale per presentare una petizione allo scandalo del latte in polvere adulterato, e per aver assunto posizioni particolarmente scomode sulla questione della repressione in Tibet dopo le rivolte del marzo 2008.
Evidentemente le connessioni a livello istituzionale dei membri della Gongmeng, tutti avvocati di fama, non sono state sufficienti a garantire l’immunità dell’associazione. Come ha commentato una giornalista di un noto settimanale della Cina continentale, “la lega degli avvocati ha sempre avuto un sacco di problemi con il governo; chissà cosa hanno fatto questa volta per irritare le autorità a questo punto?”. Di fatto, rispondere a questa domanda è impossibile. La trasparenza del governo cinese nei confronti delle organizzazioni non governative è pari a zero, tanto che ad oggi non esistono leggi o regolamenti dettagliati che disciplinino la materia e l’arbitrio delle autorità è assoluto.
Registrare un’organizzazione non governativa in Cina è quasi impossibile. Gli scogli burocratici per la registrazione sono insormontabili e pertanto quasi tutte le ONG cinesi, pur essendo no-profit, scelgono di immatricolarsi presso le autorità con licenza commerciale, come comuni imprese. E’ proprio su questo cavillo che il governo cinese ha fondato il proprio attacco alla Gongmeng: il 14 luglio gli avvocati si sono visti recapitare dagli uffici delle imposte della municipalità di Pechino una comunicazione con cui si esigeva il pagamento di oltre 1.420.000 yuan tra tasse arretrate e multe varie. Il fatto che la multa fosse stata fissata alla somma massima esigibile, ha lasciato pochi dubbi sulle reali intenzioni delle autorità di Pechino e quando, la mattina del 17 luglio, funzionari dell’Ufficio per gli affari civili di Pechino hanno fatto visita alla sede dell’associazione per revocare la licenza di attività, pochi si sono meravigliati.
L’attacco alla Gongmeng lascia presagire l’ennesima campagna di intimidazioni da parte del governo nei confronti delle organizzazioni della società civile cinese. Lo strumento adottato stavolta sembra essere proprio quello della pressione fiscale. Da fonti interne che preferiscono non essere citate, siamo venuti a conoscenza del fatto che almeno un’altra organizzazione non governativa cinese, Aizhixing, specializzata nella tutela dei diritti delle persone malate di AIDS, ha ricevuto un avvertimento da parte delle autorità per mettersi in regola con il fisco. Allo stesso tempo, la battaglia si combatte anche su altri fronti: il 9 luglio le autorità giudiziarie di Pechino hanno pubblicato una lista di 53 avvocati a cui è stata revocata la licenza con il pretesto della mancata iscrizione ad un organismo corporativo di settore. Tra essi c’è anche Jiang Tianyong, un noto avvocato “per la tutela dei diritti”.
Come ha scritto sul suo blog Xu Zhiyong, famoso avvocato e membro prominente della Gongmeng, “questa multa non è per la Gongmeng, ma è per i bambini vittime del latte in polvere adulterato, per i ragazzi che studiano nelle scuole per i figli dei lavoratori migranti, per i proprietari che sono stati ingannati dalle imprese immobiliari, per coloro che con la giustizia nel cuore lottano per presentare petizioni… è una multa per migliaia, decine di migliaia di quelle persone senza forze e senza diritti che hanno maggiormente bisogno di aiuto, questa multa è davvero priva di coscienza”. Prontamente dopo alcune ore il sito è stato oscurato.

Qui di seguito riporto la traduzione integrale del post pubblicato da Xu Zhiyong. Prima che gli ammiinistratori del sito lo cancellassero, sono stato fortunato a stamparmene una copia. Oggi su un altro blog personale ospitato sulla pagina web della Gongmeng, Xu Zhiyong ha pubblicato il seguente commento: “Mi scuso, accetto la decisione di Xinlang [il sito che ospita il blog] di cancellare il post “Cielo! la Gongmeng deve pagare 1.420.000 yuan di multa” che ho pubblicato ieri sul mio blog, perché questo testo era pieno della mia arroganza. In seguito ad una riflessione, mi sono reso conto del mio errore: di fronte ad ogni compatriota, nel cuore non dovrebbe esserci rancore, così come non dovrebbe esserci alcun senso di superiorità. Correggerò coscienziosamente”. Oggi il blog di Xu Zhiyong è pienamente accessibile, anche se il post in questione è stato eliminato e sostituito da un saggio intitolato “Chi è il nemico della Cina?” scritto nel marzo 2009. In apertura, le stesse frasi di scusa.



Cielo! La Gongmeng deve pagare 1.420.000 yuan di multa

di Xu Zhiyong

Il 14 luglio 2009, la Gongmeng ha ricevuto una “Notifica di sanzione amministrativa per ragioni fiscali” inviata allo stesso tempo dall’Ufficio tributario locale e dall’Ufficio tributario nazionale di Pechino. In essa si notificava una sanzione amministrativa da applicare prima del 24 luglio, con 300.000 yuan di multa per le tasse locali, 180.000 yuan di tasse sul reddito e 930.000 yuan di multa per le tasse nazionali, per un totale complessivo di oltre 1.420.000 yuan.
Tra questi, i 300.000 yuan di multa per le tasse locali riguardano quattro finanziamenti ricevuti dal Dipartimento di scienze giuridiche dell’Università di Yale a partire dal 2006, così come un finanziamento ricevuto nell’aprile 2009 dal signor Wang Gongquan, ricercatore della Gongmeng. Abbiamo già pagato le tasse sul finanziamento di Yale nel maggio del 2009, mentre il finanziamento di Gongquan è stato appena riportato ai contabili ed è stato rilevato ancora prima che noi facessimo in tempo a versare le tasse. Anche la multa sulle imposte nazionali riguarda il progetto di cooperazione con Yale: ci siamo già impegnati a spiegare che il completamento del contratto di cooperazione del 2007 e del 2008 è stato confermato solamente all’inizio del 2009 e che pertanto tra il 2008 e il 2009 il progetto di cooperazione non è ancora stato completato e i soldi che ci sono stati dati possono essere considerati solo un anticipo. Inoltre, le donazioni ricevute dalla Gongmeng vengono interamente utilizzate per la ricerca giuridica e per garantire assistenza legale alle masse in difficoltà e pertanto non c’è nessuna eccedenza: da dove dovrebbero arrivare dunque quei 180.000 yuan di tasse sul reddito e quei 930.000 yuan di multa?
La Gongmeng è un’organizzazione votata all’interesse pubblico, registrata a malincuore come un’azienda mentre continuavamo a cercare di ottenere una registrazione civile. Ci siamo resi conto del fatto che l’amministrazione non è sufficientemente regolamentata, noi stessi non capiamo bene il fisco commerciale e industriale. Sebbene io abbia sempre enfatizzato l’importanza del fatto che nella nostra contabilità non ci fossero errori giuridici, i contabili specializzati che abbiamo coinvolto non sono stati in grado di darci un aiuto tempestivo. Nel momento dei controlli fiscali, siamo stati estremamente collaborativi, correggendo attivamente alcuni errori. Tuttavia, di fronte ad un’intenzione malvagia, tutti questi sforzi sono privi di significato. Anche la tassa sull’attività che abbiamo già pagato è stata inclusa nella multa e anche se non abbiamo alcuna eccedenza veniamo multati della tassa sul reddito. Inoltre, se la legge prevede che l’ammontare della multa debba essere compreso tra il 50% e il 500%, i dipartimenti tributari senza alcuna ragione ci hanno multati nella maniera più severa.
Una multa di 1.420.000 yuan forse per molte imprese non è niente, ma per la Gongmeng è crudele. Questa non è una multa per la Gongmeng, ma per i bambini vittime del latte in polvere adulterato, per i ragazzi che studiano nelle scuole per i figli dei lavoratori migranti, per i proprietari che sono stati ingannati dalle imprese immobiliari, per coloro che con la giustizia nel cuore lottano per presentare petizioni… è una multa per migliaia, decine di migliaia di quelle persone senza forze e senza diritti che hanno maggiormente bisogno di aiuto. Questa multa è davvero priva di coscienza!
Eravamo già molto prudenti. Pensando ad alcune bestie prive di cuore con la lingua biforcuta, abbiamo rifiutato i finanziamenti di alcune fondazioni. Abbiamo scelto il Dipartimento di scienze giuridiche dell’Università di Yale perché loro hanno finanziato anche alcuni organi governativi, io li conosco e loro amano la Cina. Il progetto di cooperazione tra la Gongmeng e Yale include: lo studio della riforma del sistema della registrazione familiare a Pechino, che ha offerto alcuni suggerimenti sul sistema di inserimento dei nuovi immigrati; alcune discussioni pubbliche sul problema degli espropri forzati delle abitazioni, sul caso del segretario di Partito della contea di Xifeng che è venuto fino a Pechino per arrestare un giornalista; gli appelli per la tutela dei diritti di proprietari delle case; l’opposizione all’abbattimento forzato delle scuole per i figli dei lavoratori migranti; l’assistenza legale in alcuni casi estremi come quello del cittadino di Chengde nello Hebei condannato a morte cinque volte pur essendo innocente o di Du Xuelei picchiato a morte dalla polizia; diversi suggerimenti per la riforma del sistema giudiziario; l’invio di suggerimenti ogni anno all’Assemblea Nazionale Popolare e alla Conferenza Consultiva del Popolo Cinese; etc. Tutti i nostri sforzi sono ragionevoli e costruttivi. Con buona volontà, noi promuoviamo la democrazia, lo stato di diritto, l’equità e la giustizia. Abbiamo sempre avuto dentro di noi questo desiderio innocente.
I soldi del progetto di cooperazione sono già finiti. La Gongmeng è un gruppo di volontari, tutti i nostri membri partecipano sulla base della loro coscienza e del loro senso di giustizia. A parte alcune persone impiegate a tempo pieno nell’ufficio, la maggior parte di noi membri non prende un salario, usiamo tutti i soldi per attività all’insegna della giustizia e della bontà. Non abbiamo alcun profitto e non abbiamo neppure mai avuto in programma di ottenere alcun guadagno, il nostro unico raccolto è la compassione. Se ora i dipartimenti tributari vogliono che la Gongmeng paghi 180.000 yuan di tasse sul reddito e 930.000 yuan di multa, questa somma enorme può venire solamente dai soldi ora in possesso dell’organizzazione: amici estranei l’uno all’altro che donano 100, 200 o persino 5 o 10 yuan.
Questo non è possibile! Essendo il rappresentante legale della Gongmeng, sono disposto ad accettare 7 anni di carcere pur di non dare questi 5, 10 yuan a bestie prive di cuore. Dire che Xu Zhiyong ha commesso il reato di frode fiscale è come quando la polizia di Linyi mi ha accusato di essere un ladro [il riferimento è a un fatto accaduto qualche anno fa, quando Xu Zhiyong si è recato in questo villaggio della provincia dello Shandong per assistere un attivista locale allora sotto processo a causa delle sue azioni contro una campagna di aborti e sterilizzazioni forzate in atto nella zona; allora, proprio il giorno prima dell’inizio del processo, Xu fu fermato dalla polizia locale con l’accusa di essere un ladro], ridicolo!
Forse ci sono persone che alle spalle dicono con cattiveria che la Gongmeng ha obiettivi politici. A queste parole rispondo con compassione. I nostri obiettivi politici sono molto chiari: siamo per la democrazia, lo stato di diritto, la giustizia e l’equità in questo Stato, per la felicità e la libertà di ogni individuo, non solo per le singole persone che noi aiutiamo nel concreto, ma soprattutto per stabilire un sistema completo, basato sul diritto e democratico, per far sì che tutte le persone, inclusi quei compatrioti che fino ad oggi hanno continuato a nutrire ostilità nei nostri confronti, possano ottenere giustizia, libertà e rispetto.
Alcune persone affermano che la Gongmeng dà fastidio alla società. E’ come se io avessi visto una faccia distorta dal rancore che dice “alla fine ti abbiamo preso, sarai punito” e che poi mi punisce selvaggiamente, basta che io faccia una minima cosa perché mi punisca, “provateci ancora a darmi fastidio”! Non siamo noi che diamo fastidio: le decine di migliaia di incidenti di massa [eufemismo cinese con cui ci si riferisce alle manifestazioni e alle contestazioni pubbliche] che succedono ogni anno non sono causate da noi, Yang Jia [giovane di Pechino, poi condannato a morte, che è diventato un eroe popolare in Cina dopo aver ucciso a coltellate sei poliziotti in un commissariato di Shanghai nel 2008] non lo abbiamo creato noi. Al contrario, noi ci siamo sempre sforzati di riportare nei binari della legge le contraddizioni create da funzionari corrotti, abbiamo promosso l’assoluta non violenza, speriamo che le contraddizioni e gli odi infiniti nella nostra società possano essere risolti attraverso l’amore. Noi non siamo solamente per quelle vittime della malvagità e dell’ingiustizia, siamo anche per i carnivori superiori, abbiamo un profondo senso di responsabilità nei confronti di questa nazione: non dobbiamo permettere che in questo Stato accada ancora una volta uno sconvolgimento tale che persino i potenti non abbiano più un posto dove seppellire i loro morti, non dobbiamo lasciare che la tragedia del nostro popolo si ripeta.
Perché, perché dobbiamo ricevere una simile punizione? E’ a causa della nostra temibile giustizia, perché noi promuoviamo una politica meravigliosa, perché i nostri ideali sono troppo belli, perché non abbiamo mai rinunciato alle nostre speranze nei confronti di questa nazione, perché nonostante tutto nei nostri cuori siamo sempre stati pieni della luce della speranza.
Sono felice di diventare ancora una volta un ladro. La prima volta è stato a Linyi: allora sono stato accusato di essere un ladro e sono stato portato alla stazione di polizia. In quell’occasione, senza alcun avvocato difensore, il mio amico [Chen Guangcheng] – un uomo cieco sin da ragazzo che combatteva con tutte le sue forze per il rispetto dei contadini locali – è stato condannato a quattro anni di carcere per il crimine di danno intenzionale alla proprietà. Questa volta è successo a Pechino, e io ruberei le tasse: hahaha! Io sono povero, ai poveri rimane solamente la fede. Grandi uomini, lasciate che vi dia anche solo un briciolo della mia bellissima fede, va bene? Voi dovreste aver bisogno di questa fede, dovreste avere la mia stessa capacità di provare misericordia, di guardare con compassione gli spiriti senza pace di demoni e mostri.
Sono un povero, siamo una massa di poveri, non potete derubarci dei nostri soldi e non potete nemmeno portarci via le nostre convinzioni. Non proviamo furore, né tantomeno odio, siamo pieni di compassione e continuiamo a camminare lungo la nostra strada. La Gongmeng non sarà distrutta, la speranza nella giustizia e nella bontà di questa nazione non sarà estirpata.

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