venerdì 23 gennaio 2009

Storie di salari doppi e di salari non pagati


In questi giorni l’Ufficio statistico nazionale cinese ha pubblicato le statistiche nazionali del 2008. Alcune di queste riguardano i movimenti dei lavoratori migranti negli ultimi mesi. Di fatto, stando alle fonti ufficiali, fino ad oggi circa un quarto del numero totale dei lavoratori migranti avrebbe fatto ritorno a casa. Di questi, il 40% sarebbe tornato per riunirsi con la famiglia in occasione delle festività del capodanno lunare, il 20% a causa di difficoltà dovute alla chiusura delle fabbriche in seguito alla crisi finanziaria, mentre il restante 40% avrebbe addotto ragioni varie, tra cui il desiderio di avviare un’attività in proprio nel paese natale. Il dato più preoccupante è tuttavia che l’8% dei lavoratori migranti tornati a casa avrebbero in programma di ritentare la fortuna nelle grandi città subito dopo le feste. Se si crede alla stima attuale del Ministero delle risorse umane e della sicurezza sociale che fissa il numero totale dei migranti intorno ai 120 milioni di persone, il totale di migranti che avrebbero perso il lavoro per la crisi sarebbe dunque di circa 6 milioni.

Un'altra notizia riguardante i lavoratori migranti è stata riportata l’altroieri dall’agenzia Xinhua e riguarda esclusivamente la provincia centrale del Jiangsu. Lo scorso 8 dicembre i funzionari locali hanno lanciato un’azione a livello provinciale per garantire il pagamento dei salari ai lavoratori migranti. Le cifre che sono state diffuse sono impressionanti: ad oggi i controlli delle autorità avrebbero coinvolto 21.000 datori di lavoro e 947.000 lavoratori migranti, portando al pagamento di salari arretrati per 210 milioni di yuan a 108.000 lavoratori. Quello del mancato pagamento dei salari è uno dei problemi più gravi che i contadini-lavoratori cinesi si trovano a dover affrontare. Ormai è abitudine che ogni anno a dicembre i governi cinesi lancino campagne su grande scala per garantire il pagamento dei salari in vista delle imminenti festività: non sono infatti rari i casi di migranti che dopo aver lavorato per mesi non hanno neppure i soldi per comprare un biglietto ferroviario per tornare a casa, situazione che va a detrimento della stabilità sociale. Per capire la gravità del fenomeno basta guardare alle cifre diffuse dal sindacato cinese all’inizio dello scorso anno: in base a queste, risulta che in occasione del capodanno e della Festa di Primavera del 2007 i sindacati a tutti i livelli abbiano fatto visita e consolato (zoufang weiwen) 1.657.000 lavoratori migranti, abbiano fornito loro aiuti monetari e materiali per un totale di 250 milioni di yuan ed abbiano aiutato 2.654.000 lavoratori a recuperare 1.729.000.000 di yuan di salari non pagati.

A proposito di salari non pagati, è notizia di questi giorni che i lavoratori migranti impiegati in una fabbrica di Yangzhou, nella provincia del Jiangsu, in seguito ad un errore del contabile per una volta abbiano ricevuto un doppio salario. Purtroppo il padrone della fabbrica si è presto reso conto dell’accaduto e inferocito ha preteso la restituzione dei soldi. Di fronte al rifiuto dei dipendenti è dovuta intervenire la polizia, che in poco tempo è riuscita a “riportare i lavoratori alla ragione”.

Fonti:

Il Jiangsu recupera 210 milioni di yuan per i lavoratori migranti (in cinese), dal sito della rivista Caijing, 21/01/2009.
Il padrone per sbaglio paga due volte il salario, la polizia lo aiuta a riprenderselo (in cinese), dal Xinjingbao del 23/01/2009 pg. A18.


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