sabato 31 gennaio 2009

Sulla strada alla ricerca di un lavoro


Ecco una serie di testimonianze di lavoratori migranti tratte da un quotidiano di Nanchino. La crisi economica ha colpito duramente la popolazione migrante cinese, tanto che molte di queste persone hanno deciso di tornare anticipatamente in città per cercare una nuova occupazione. E’ triste vedere come questi uomini e donne di mezza età provenienti dalla campagna lottino con tutte le loro forze per permettere ai propri figli di frequentare l’università, se poi si pensa che in Cina anche i laureati vanno incontro ad un avvenire pieno di difficoltà ed incertezze. E’ interessante poi considerare quanto scritto in chiusura di questo articolo: a causa dei salari troppo bassi, molti lavoratori migranti si trovano a rifiutare anche quei pochi lavori che vengono loro offerti. Questo mette in luce un altro gravissimo aspetto dell’impatto di questa crisi finanziaria sui lavoratori cinesi: i posti di lavoro non solo sono molto pochi, ma anche di qualità sempre più scarsa. Come sempre infatti c’è chi si arricchisce alle spalle di una catastrofe, tagliando salari, spese sociali e sfruttando la manodopera ancora più di quanto non facesse in precedenza. Si attende e si spera che il sindacato cinese batta un colpo.



Il mercato della forza lavoro non è ancora aperto e già centinaia di lavoratori migranti sono sulla strada a cercare un’occupazione

(Huang Yan, Nanjing Xiandai Kuaibao, 30 gennaio 2009)

Alle 11 e 30 del mattino del quarto giorno del nuovo anno lunare [il 30 gennaio], due o trecento lavoratori migranti se stanno ansiosamente in attesa di potenziali datori di lavoro di fronte alla porta chiusa del mercato della forza lavoro di Andemen a Nanchino. “Quest’anno è capitata la crisi finanziaria, moltissime persone hanno perso il posto di lavoro: se non fossimo tornati un po’ in anticipo, come avremmo fatto?” Il quarantenne Lao Ding indossa un’ uniforme da lavoro pulita ed ordinata: durante la Festa di Primavera ha passato solamente uno o due giorni a casa sua nella provincia dello Anhui, dopodichè è ripartito per Nanchino per cercare lavoro. “Devo guadagnare un po’ di soldi in più per permettere a mio figlio di studiare”. Rinunciando anche a quel raro periodo di riposo e di riunione con la famiglia, Lao Ding spera di riuscire a trovare un lavoro che gli permetta di guadagnare 1500 yuan al mese, per mettere da parte al più presto i soldi per le future tasse universitarie del figlio.

Una donna di circa quarant’anni dalla pelle molto chiara indossa un vestito nuovo fresco di bucato. Dice che prima lavorava come donna delle pulizie in un albergo, pagata a cottimo: per spazzare una stanza le davano qualche mao [qualche centesimo di euro] e nel 2008 in un mese riusciva a guadagnare una cifra compresa tra gli 850 e i 1000 yuan. “Non ho paura di soffrire, anche se fare i lavori domestici con un figlio piccolo può essere molto duro: mi basterebbe guadagnare un migliaio di yuan al mese e sarei soddisfatta”. Per trovare lavoro un po’ prima, essa èil primo giorno del nuovo anno ha salutato il marito e la figlia e se ne è venuta a Nanchino. Anche lei vuole guadagnare dei soldi per permettere alla figlia di studiare, perché i risultati scolastici della bambina sono davvero non male.

“Guarda, alcune di quelle persone che spesso dormono all’interno della stazione della metro sono lì perché in un anno non hanno guadagnato nulla e non hanno neanche i soldi per tornare a casa”. Un lavoratore migrante mi ha informato che alcuni migranti hanno perso il lavoro proprio a ridosso della Festa di Primavera: alcuni di questi hanno lavorato fino alla fine dell’anno, ma il loro padrone non ha pagato loro i salari arretrati ed essi si sono trovati senza un soldo per tornare a casa.

Il padrone di un piccolo ristorante proprio a fianco del mercato della manodopera ha raccontato che tutti i lavoratori migranti a mezzogiorno vanno lì a mangiare qualcosa e che quelli che addosso hanno un po’ di soldi la sera vanno a dormire in alberghi da 8/10 yuan a notte. Alcuni lavoratori migranti hanno detto di non essere disposti a spendere soldi per andare a dormire in un ostello.

Un giovanotto proveniente da Chongqing all’inizio lavorava come scaricatore, ma prima di capodanno si è fatto la tessera occupazionale presso il mercato della manodopera e ora aspetta che il mercato apra per entrare a cercare lavoro. “Ho passato la festa di primavera a casa di un amico e anche in questi giorni vengo ospitato da un amico: non sono tornato a casa”. Sono già due giorni che rimane in attesa davanti alla porta del mercato della forza lavoro, tutto per trovare lavoro un po’ prima. Finora ha ricevuto due biglietti da visita: uno di un ristorante, uno di un cantiere. “Anche in questo modo sono arrivato tardi: ho sentito dire che nei primi due giorni dell’anno ci sono stati padroni che sono venuti qui ad assumere un sacco di persone”.

“Mi andrebbe anche bene fare lo scaricatore, ma il padrone pagherebbe solamente mille yuan al mese (incluso vitto e alloggio) e io ne voglio 1.500”. A causa dei salari bassi, non pochi lavoratori migranti hanno rifiutato delle offerte di lavoro che avevano ricevuto.

“Noi speriamo di avere un salario ragionevole, che il padrone non sia malvagio e ci paghi regolarmente”. Alcuni migranti hanno dichiarato di essere già stati ingannati in passato, eppure, parlando delle ragioni per cui essi cercano spontaneamente lavoro sul mercato nero, hanno detto che si tratta di una scelta inevitabile. Essi temono che nel caso in cui si muovessero più tardi non troverebbero già più lavoro.


Fonte:

Laowu shichang wei kaimen liang san bai mingong zai lubian zhao gongzuo, Nanjing Xiandai Kuaibao, 30 gennaio 2009.

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